"Dio mi ha dato delle natiche intelligenti" amava ripetere.
Ed aveva ragione. II suo mito inizia proprio Iì. gioiosamente e
senza vergogna. Quando, con il suo charleston e il suo gonnellino
di banane, Josephine Baker travolge Parigi la sua parabola è degna
del piu fantasioso dei romanzi. Nata a St. Louis nel '1900 da madre
lavandaia e padre musicista disoccupato, primogenita di una ra di
fratelli da far crescere, fa i lavori piu umili, da sguattera a
cuoca, con un solo obiettivo: imparare a ballare e uscire dal quartiere
nero di St. Louis. A dieci anni si offre come factotum in una compagnia
vaudeville. Ed e' li che Caroline Dudley la scopre e le offre un
bi- glietto di sola andata per Parigi. E qui, con le sue mise esotiche
e la sua disarmante nudita',
conquista il mondo. Immortalata da Paul Colin per
il manifesto dello spettacolo Revue Nègre. tutti la vogliono: artisti,
intellettuali, aristocratici. Man Ray la fotografa nuda. Ama il
lusso senza vergogna, i soldi li spende come solo chi ha vissuto
nella miseria può fare. Le sue passioni: un gigolò-manager. Pepite
Abatino, che la relega in un palazzo di marmo ma che mai la sposerà
"perché è nera e ballerina", e i piccoli animali perché "come i
bambini sono l'innocenza". Veste Schiapparelli, Poiret e Vionnet
e quando è sola indossa lussuose vestaglie che lasciano intravedere
le gambe. "In scena rispetto il mio contratto, ma voglio anche rispettare
il mio contratto con la vita" Ed ecco la "altra" vocazione: il castello
a Mi-landes, in Dordogna, dove riunisce la "tribù dell'arcobaleno"
vivendo con i suoi dodici figli adottivi di tutte le etnie. Lavora
per mantenere la famiglia fino al 12 aprile 1975, quando muore nel
sonno, in tournée.